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Storia e origini del nome

Il toponimo “Caltanissetta” (di cui esiste anche la variante desueta Caltanisetta) deriva dall’arabo Qalʿat an-nisāʾ, letteralmente traducibile come “rocca delle donne”, o “castello delle donne”, che è il nome con cui il geografo arabo Muhammad al-Idrisi indica la città nel 1154 nel suo Il libro di Ruggero.

I primi ad abitare il territorio circostante furono tuttavia i Sicani, che si stanziarono in diversi villaggi a partire dal XIX secolo a.C., ma l’odierna città fu fondata verosimilmente nel X secolo durante il periodo islamico in Sicilia, quando probabilmente nacque il toponimo “Caltanissetta”, derivante dall’arabo Qalʿat an-nisāʾ, letteralmente traducibile come “rocca delle donne”, o “castello delle donne”.

Trasformata in feudo dai Normanni, dopo varie vicissitudini passò nel 1405 sotto il dominio dei Moncada di Paternò, che furono i titolari della contea di Caltanissetta fino al 1812; della nobile famiglia rimane il secentesco Palazzo Moncada, in stile barocco.

La “Piccola Atene”

A partire dall’Ottocento la città conobbe un notevole sviluppo industriale grazie alla presenza di vasti giacimenti di zolfo, che la resero un importante centro estrattivo; l’importanza che rivestì nel settore solfifero le valse l’appellativo di “capitale mondiale dello zolfo”, e nel 1862 vi fu aperto il primo istituto minerario d’Italia. Negli anni trenta visse un periodo di fermento culturale, nonostante le censure del fascismo, tanto che Leonardo Sciascia la definì una “piccola Atene”. Nel secondo dopoguerra il settore estrattivo entrò in crisi e con esso tutta l’economia del territorio, che oggi si basa prevalentemente sul settore terziario.